Il Bastardo del Grappa
La pratica casearia era un tempo molto diffusa in tutta la Pedemontana del Grappa, tanto più all’inizio della buona stagione quando in molti risalivano i versanti del Massiccio con le mandrie per sfruttare così le risorse naturali della montagna. La produzione del formaggio, in malga era effettivamente molto semplice, non essendo chi lo produceva un casaro di professione, veniva per lo più trasmessa di padre in figlio facendo tesoro delle accortezze e dei “trucchi” che l’esperienza insegnava. Prevalentemente sulla Pedemontana si produceva il Morlacco, ma quando le condizioni ambientali e il modificarsi delle erbe del pascolo con l’avanzare della stagione mutavano la materia prima, il casaro cercava di produrre un formaggio diverso, ispirandosi alla lavorazione dell’Asiago d’Allevo o del Montasio.
Bastardo quindi perché la sua ricetta non era riconducibile a nessuna delle due tipologie, ma era un ibrido di esperienze tramandate e tecniche casearie. Bastardo inoltre perché talvolta, nel latte utilizzato per la sua produzione, veniva aggiunta anche una componente di latte di capra. Non era insolito infatti vedere le mucche durante l’alpeggio accompagnate da qualche capra, il cui latte era però insufficiente per essere utilizzato da solo e veniva perciò aggiunto a quello vaccino.
Bastardo quindi perché la sua ricetta non era riconducibile a nessuna delle due tipologie, ma era un ibrido di esperienze tramandate e tecniche casearie. Bastardo inoltre perché talvolta, nel latte utilizzato per la sua produzione, veniva aggiunta anche una componente di latte di capra. Non era insolito infatti vedere le mucche durante l’alpeggio accompagnate da qualche capra, il cui latte era però insufficiente per essere utilizzato da solo e veniva perciò aggiunto a quello vaccino.
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